La Messa in Gloria di Mascagni : l’incanto e la meraviglia di un capolavoro’svelato’

Sabato 7 ottobre la Corale Rossini ha eseguito la Messa in Gloria in fa maggiore di Pietro
Mascagni per l’anniversario della nascita di Luciano Pavarotti, in collaborazione con
l’Associazione Artistico-Culturale Actea APS. Il concerto, più unico che raro, è stato inserito
nel calendario degli eventi di “Modena città del belcanto” e si è tenuto nella chiesa di San
Pietro a Modena.
Dopo il saluto istituzionale del sindaco Giancarlo Muzzarelli e del presidente della Corale
Rossini Nicola Gemma, Eddy Lovaglio (presidente di Actea) ha presentato questa Messa di
Mascagni poco conosciuta che egli compose nel 1888 a Cerignola e che fu la più riuscita
nell’ambito del suo repertorio sacro.
Insieme alla Corale Rossini hanno eseguito ed interpretato il concerto anche il Coro Città di
Mirandola, diretto dal M° Lucio Carpani; l’Orchestra città di Ferrara, magistralmente
diretta dal M° Luca Saltini, i solisti: il tenore Gianni Coletta ed il basso/baritono Marco
Camastra.
Il pregio di questa Messa è la forza di una partitura che fonde una felicità di invenzione lirica
con una struttura chiara dei 17 brani, vivifica l’obbligata semplicità della trama sonora con
una spontaneità ed una freschezza che la rendono accattivante all’ascolto. I solisti sono
coinvolti quasi sempre insieme al coro e inoltre eseguono tre brani per solo basso, un brano
per tenore solo e un duo tenore/basso. Sono brani, specialmente dal punto di vista tenorile, di
estrema difficoltà per le melodie che spesso si espandono dal registro grave sino all’acuto,
come il Qui tollis dove sulla melodia dei violini entra il tenore e con lui progressivamente
tutta l’orchestra. I vari episodi di cui si compone la Messa toccano una vasta gamma di
impressioni e suggestioni sonore di notevole effetto: dalla maestosità del Credo e del
trionfante Gloria, alla gioiosità dell’Hosanna, dal lirismo commosso del Laudamus alla
intensità spirituale del Sanctus e dell’Incarnatus e alla dolce melodia del Kyrie. Vi è anche un
episodio per sola orchestra in corrispondenza dell’Elevazione, basato sulla preminenza del
canto dei primi violini, in cui spicca un sublime assolo eseguito magistralmente dalla
violinista Elisa Maria Menegardi, fino ad una sorta di cadenza finale che conduce al
Benedictus.
Il Tenore e il Basso riprendono, variandola, una breve sezione dell’Agnus iniziale, e poi
insieme al coro si conclude questa composizione sacra di Mascagni.
Due anni dopo il compositore livornese si impose con successo nel palcoscenico operistico
con la sua opera più celebre, “Cavalleria rusticana”, ma già in questa Messa sentiamo in germe
nascere quelle melodie affidate agli archi che poi riprenderà nella scrittura operistica.
Questo impegnativo concerto, dunque, ha reso giustizia ad un capolavoro musicale
inspiegabilmente poco conosciuto e poco eseguito, che ha meravigliato gli ascoltatori,
conquistati dall’intensità, freschezza e sontuosità delle melodie.
La chiesa di San Pietro ha registrato il sold-out e calorosi applausi sono stati tributati agli
artisti con richieste di bis da parte del pubblico. L’ Hallelujah di Handel ha concluso con
successo questa indimenticabile serata.

Torna in alto